Domenico Spano, un sarto di New York che ha vestito capitani d’industria e star di Hollywood, e il cui stile dandy lo ha reso riconoscibile per le strade della città e nelle pagine di moda dei giornali, è morto il 23 ottobre a Manhattan. Aveva 79 anni.
Spano, soprannominato Mimmo, era italiano, calabrese. Ma, nonostante sia cresciuto in un Paese, l’Italia, noto per la sua illustre storia della moda, si è fatto conoscere a New York come campione dello stile classico americano, incarnato dall’eleganza senza tempo di leggende del grande schermo come Fred Astaire, Douglas Fairbanks Jr, Cary Grant e Gary Cooper.
Con i suoi abiti da capogiro, realizzati con motivi colorati e stampe audaci e completati da fedora di feltro, sciarpe paisley, bretelle, papillon e l’immancabile garofano sul bavero, è diventato un punto di riferimento per quanti si sentivano dandy, come lui.
“Piace il mio stile perché è tipicamente americano”, dichiaro’ Spano in un’intervista del 2012 alla rivista GQ. “Tutti cercano sempre di guardare altrove per trovare ispirazione, ma qui abbiamo un patrimonio incredibile. A Hollywood, negli anni ’30, eravamo noi a dettare lo stile in tutto il mondo”.
Chi era.
Domenico Spano è nato il 17 agosto 1944 a Scigliano, terzo di tre figli di Salvatore Spano ed Elisabetta Oliva. Provenendo da una lunga stirpe di militari, non c’era molto nel suo background che facesse pensare alla carriera che avrebbe intrapreso. Nel 1970 ha addirittura seguito le orme dei suoi antenati diplomandosi alla scuola ufficiali dei Carabinieri di Firenze.
L’amore, tuttavia, lo ha spinto in una direzione molto diversa, quando ha incontrato la sua futura moglie, Rina Gangemi, un’americana che studiava a Firenze. “Tre giorni dopo il nostro incontro le ho detto che l’avrei sposata, avrei lasciato tutto e l’avrei seguita in questo Paese”, ha dichiarato in un’intervista del 2013 al sito web di stile Keikari. “Per natura sono un inguaribile romantico”.
La coppia si è sposata nel 1972 e si è stabilita a Jersey City, N.J. Spano ha lavorato come contabile presso il suocero, Joseph Gangemi, un sarto su misura a Midtown Manhattan, prima di mettersi in proprio.
L’istinto di Spano è sempre andato verso l’astratto. “Sogno 24 ore al giorno”, ha dichiarato in “Io sono Dandy”. “Sognare è economico. Non costa nulla”. “A volte”, ha aggiunto, “sogno di essere in questi film degli anni Trenta. Non posso essere un tipo come Humphrey Bogart, con il mio accento, ma posso interpretare un uomo di bassa lega o un gangster”. “Mi dispiace per le persone che non sognano”.