L’albero di Natale del Rockefeller Center è senza dubbio uno dei must natalizi di New York. Il Natale della Grande Mela, infatti, non sarebbe lo stesso senza quest’emblematica pianta impreziosita da ben 50.000 luci LED e una punta targata Swarovski!
Ogni anno, un albero viene destinato al Rockefeller Center per deliziare i newyorchesi e i turisti che transitano in città durante il periodo natalizio. Sapevate che le origini di questa tradizione risalgono al 1931? E che, una volta concluse le festività, l’albero viene donato a una ONG per costruire case per le famiglie in povertà?
La storia.
Alla fine della Grande Depressione un gruppo di operai, per lo piu’ immigrati italiani, mise insieme i soldi e deciser di comprare un abete da piazzare vicino al grattacielo in costruzione. Il Rockefeller Center, appunto.
Un giorno il caposquadra, Cesidio Perruzza, si presentò al cantiere con un abete alto sei metri. Era il suo modo per dire: “Siate felici, ragazzi, abbiamo un lavoro in tempi di Depressione”. L’italiano faceva parte di quella squadra di operai italiani che negli anni avrebbe tirato su letteralmente Manhattan, non solo il Rockfeller Center, ma il tribunale a Foley Square, la metropolitana sulla Sixth Avenue, il primo Madison Square Garden e il palazzo delle Nazioni Unite.
*Da Frosinone a New York. Cesidio Perruzza era nato negli anni ottanta dell’Ottocento a San Donato Val di Comino, un paese di contadini in provincia di Frosinone. Aveva la terza elementare e a vent’anni, nel 1901, si era imbarcato verso gli Stati Uniti in cerca di lavoro. Era stato assunto come scavatore e dinamitardo, ma era un mestiere pericoloso, non solo per le esplosioni. Spesso, infatti, gli italiani immigrati in America lavoravano alle dipendenze di supervisori irlandesi molto duri. Non era una vita facile. Perruzza, come molti altri italiani, sgombrò l’intera Manhattan Island per fare posto alle Nazioni Unite, alla metropolitana di Sixth Avenue, al Madison Square Garden. E, ovviamente, al Rockefeller Center, a cui regalò anzitempo l’albero di Natale. Cesidio si era sposato in Italia con Gerarda Cucchi, una ragazza di sedici anni. All’epoca lui ne aveva diciannove. Era partito per primo e, col tempo, era riuscito a spedire alla giovane moglie, incinta, un biglietto di prima classe per il suo viaggio.