Home Arte e Turismo Il Met di New York omaggia l’artista salernitano Accardi

Il Met di New York omaggia l’artista salernitano Accardi

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Quest’anno il    comitato    scientifico dell’Atlante dell’Arte Contemporanea Corporate Patron Metropolitan Museum of Art of New York ha voluto rendere omaggio ad Angelo Accardi, un artista italiano originario del Salerniano, che ha saputo mantenere un legame vivo con la grande tradizione figurativa italiana dal Rinascimento al Realismo magico, attraverso il registro ironico e a volte caustico del Pop Surrealism.

Violet: Venus lives matter

“Violet”, la scultura di Angelo Accardi selezionata per la copertina dell’Atlante, realizzata in   resina poliuretanica verniciata e alluminio laccato, rende omaggio a tutte le veneri nere – da Angela Davis a Beyoncé – che hanno fatto la differenza con la bellezza delle loro esistenze.

Il colore viola, come dall’omonimo romanzo di Alice Walke, è il simbolo della condizione femminile nel Sud degli Stati Uniti nei primi anni del ‘900. Essere donna ed essere di colore significava non avere nessun diritto, nessun valore. Il colore viola ha un doppio significato perché ricorda i fiori di campo che riaccendono la speranza, anche nei momenti più neri.

Angelo Accardi: il surrealismo del quotidiano.

Gli esordi sono caratterizzati da una ricerca spasmodica sulla figura umana: i corpi sono rappresentati in uno stato quasi larvale, avvolti da una caligine che li rende opalescenti. Dopo gli anni dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, si avvicina all’informale di Vedova e Burri. Negli anni ‘90 apre la sua bottega/factory    a Sapri, suo paese natale, e inizia a sperimentare le prime sculture ispirate alla tradizione classica, realizzate in chiave pop.

Sono gli anni delle prime mostre importanti a Monaco di Baviera, Milano, Roma. Nei primi anni 2000 compaiono nei suoi quadri per la prima volta gli struzzi che diventeranno nel tempo una sorta di alter ego dell’artista. Attraverso la tecnica della decontestualizzazione, Accardi introduce il concetto di Misplaced, ambienti a noi noti come gallerie, musei o centri urbani, invasi da coloratissimi struzzi. Per la loro nota imprevedibilità, l’inquietante presenza “Fuori posto” dà corpo alla paura indefinita tipica della società liquida teorizzata da Zigmunt Bauman nel suo saggio    “Liquid Fear”. Sensazione che ha poi trovato profeticamente ragione in eventi drammatici che hanno coinvolto il mondo globalizzato con un devastante effetto Domino.

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