lunedì, Dicembre 23, 2024

Il Museo Americano di Storia Naturale di New York ritira dalle vetrine espositive le ossa dei nativi

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Il Museo Americano di Storia Naturale di New York, uno dei piu’ illustri al mondo, ha ritirato dalle vetrine espositive l’intera collezione di ossa umane – circa 12mila reperti – molte delle quali appartenenti a nativi americani e schiavi.
Il presidente del Museo Sean Decatur, primo afroamericano a ricoprire l’importante carica, ha dichiarato che la raccolta di resti umana “è stata resa possibile da estremi squilibri di potere” dall’eloquente sfondo razzista. Con queste parole ha dato ufficialmente inizio a una nuova era per l’importante Istituto che vuol andare oltre la semplice rimozione dei resti; si punta infatti anche a intensificare gli studi per capire l’origine e l’identità delle ossa presenti e, qualora possibile, procedere a restituirle. Al momento, sono circa mille i resti umani consegnati alle comunità di discendenti negli Stati Uniti, in base al Native American Graves Protection and Repatriation Act del 1990, e si vuol continuare in questo solco.
Il processo di rimozione dei resti umani dall’esposizione pubblica interesserà sei gallerie; gli oggetti che verranno rimossi includono uno strumento musicale fatto di ossa umane, uno scheletro proveniente dalla Mongolia che ha più di mille anni e un manufatto tibetano che incorpora ossa.

Ma cosa custodisce il Museo? Oltre duemila resti umani appartengono a nativi e avrebbero dovuto essere restituiti ai discendenti sulla base di una legge federale adottata oltre 30 anni fa ma, visti i risultati, qualcosa e’ andato evidentemente storto. “Il 26% della collezione di resti umani del Museo è costituito da nativi americani”, ha specificato il presidente aggiungendo che “nell’Ottocento e nel Novecento molti studiosi usavano queste collezioni per dimostrare teorie basate sulla supremazia della razza bianca”.
Insomma, e’ chiaro che non si tratta solo di ossa, ma di storie, di persone. Senza nome, senza identita’ e, va detto, trattate senza rispetto. Con ogni probabilita’ uomini o donne non certo facoltosi che, anziche’ trovare riposo in una degna sepoltura in una tomba, sono stati oggetto di studio e pratica di studenti di Medicina per poi finire in vetrina, donati al Museo (anni quaranta, ndr).
Quanto sta accadendo a New York non rappresenta un unicum, anche se lo spessore e l’importanza del Museo newyorkese riesce ovviamente a richiamare l’attenzione del mondo intero.
Sulla scia di un sussulto d’orgoglio e di un ritrovato rispetto, anche altre Istituzioni hanno deciso di rimuovere le ossa dalle esposizioni. Se lo Smithsonian di Washington DC ha fatto “mea culpa”, a Filadelfi,a il Penn Museum ha ritirato dalle gallerie tutti i resti umani con l’eccezione delle mummie: “L’idea è di mettere al primo posto la dignità umana e i desideri delle comunità e dei discendenti”, ha detto il direttore Christopher Woods.

 

 

 

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