2,2 miliardi di persone non hanno accesso ad acqua potabile gestita in sicurezza e 1,4 miliardi sono quelli colpiti dagli effetti della siccità. Oltre 100.000 i decessi causati dalle inondazioni negli ultimi venti anni in tutto il mondo.
L’87% degli italiani ritiene che gli effetti del cambiamento climatico siano, per l’agricoltura, un problema urgente da affrontare. Per il 74% è prioritario realizzare nuovi invasi e attuare misure per il risparmio e l’efficientamento idrico. Il 72% è favorevole all’uso di acque reflue depurate sicure, in agricoltura.
Presentata la traduzione ufficiale in italiano del Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche (UNWWDR) 2024 e il 14° Rapporto “Gli italiani e l’agricoltura” al convegno “Acqua e Agricoltura: rapporti sostenibili. Efficientamento idrico, digitalizzazione ed economia circolare”, trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale.
(ROMA, 26 marzo 2024) L’aumento della domanda globale di acqua, unito agli impatti del cambiamento climatico in atto, rappresenta una sfida in termini di allocazione delle risorse idriche e di governance dei diritti di accesso e di utilizzo dell’acqua, in particolare nel quadro della sicurezza alimentare. Sebbene a livello mondiale il principale utilizzatore di acqua dolce sia il settore agricolo (circa il 70%) sempre più consapevole e attento a preservare la risorsa e impegnato nel contrasto al climate change, gli utilizzi industriali (circa 20%) e domestici (circa il 12%) rappresentano la principale causa dell’incremento della domanda, soprattutto da parte dei Paesi ad alto reddito e più industrializzati. Attualmente circa la metà della popolazione mondiale vive una condizione di grave scarsità idrica, almeno per una parte dell’anno; un quarto deve far fronte a livelli di stress idrico estremamente elevati, utilizzando oltre l’80% della propria fornitura annuale di acqua dolce rinnovabile.
Per contrastare gli effetti sull’agricoltura di periodi siccitosi sempre più frequenti, il 74% degli italiani ritiene necessario realizzare urgentemente nuovi invasi e favorire interventi di risparmio ed efficientamento idrico; il 72% si dichiara favorevole all’ipotesi di fare uso delle acque reflue depurate per fini irrigui mentre, per il 67%, occorre investire in tecnologie per il monitoraggio e la gestione dell’irrigazione.
La proposta di istituire meccanismi incentivanti il risparmio idrico come i certificati blu, anche in agricoltura, è sostenuta dal 68% degli italiani, con alte percentuali di apprezzamento soprattutto al Centro (74%) e al Sud (76%).
È quanto affermano, da un lato, il Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2024 “L’acqua per la prosperità e la pace”, pubblicato da UNESCO per conto di UN Water, la cui produzione è coordinata da UNESCO World Water Assessment Programme (WWAP) e la cui traduzione ufficiale in italiano è curata dalla Fondazione UniVerde con il supporto di UNESCO WWAP e con la collaborazione di Acquedotto Pugliese, GMT, EPM e AVR/Anima – Associazione italiana Valvole e Rubinetti di Confindustria; dall’altro, il XIV Rapporto “Gli italiani e l’agricoltura”, con focus su Crisi climatica ed efficientamento idrico, realizzato dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con Noto Sondaggi, ANBI e Fondazione Campagna Amica, presentati questa mattina a Palazzo Rospigliosi in occasione del convegno “Acqua e Agricoltura: rapporti sostenibili. Efficientamento idrico, digitalizzazione ed economia circolare”, promosso da Fondazione UniVerde e Coldiretti, con il patrocinio di UNESCO WWAP e con Almaviva, Gruppo italiano di innovazione digitale, in qualità di event partner, trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale.
L’incontro è stato aperto da Vincenzo Gesmundo (Segretario Generale Coldiretti): “L’ambiente si salva solo insieme all’agricoltura e analogamente la gestione e la tutela delle risorse idriche del nostro Paese passano per le imprese agricole. Sono esse ad essere impegnate in prima persona per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto. Ma per assicurare la tutela e la disponibilità della risorsa idrica ad agricoltori e cittadini servono anche interventi infrastrutturali di manutenzione, per questo come Coldiretti abbiamo proposto di realizzare invasi che possono produrre energia assolutamente pulita con il sistema dei pompaggi. Oggi recuperiamo appena l’11% dell’acqua piovana ma potremmo arrivare a raccoglierne il 50%. In particolare, riusciremmo a dare una doppia risposta: recuperare acqua e garantire energia. Il Governo ha davanti a sé un’opportunità preziosa per il Paese. Contiamo che sappia sfruttarla”.
Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde e promotore della campagna #NoFakeFood contro l’agropirateria e in difesa del made in Italy): “Dal XIV Rapporto è evidente che, dopo un altro anno caratterizzato da prolungata siccità e disastrose alluvioni, gli italiani temono per il futuro dell’agricoltura. Su questo tema occorre avviare una policy virtuosa basata sulla convergenza di intenti e di azioni tra Istituzioni, politica, attori del settore idrico e produttivo del Paese. L’introduzione di forme di incentivazione come i certificati blu – concordate anche con il mondo dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi, sull’esempio dei certificati bianchi adottati già con successo per l’efficienza energetica – investimenti nell’innovazione tecnologica, adeguamento delle grandi infrastrutture idriche e la realizzazione di nuove, a basso impatto ambientale, il riuso di acque depurate sicure, sono azioni indispensabili per una vera economia circolare dell’acqua e la gestione sostenibile delle risorse idriche in armonia con le indicazioni del WWDR2024”.
L’UNWWDR2024 pone in evidenza che “per gestire e utilizzare l’acqua in modo sostenibile, l’industria deve svincolare la produzione dalla necessità di acqua, ricorrendo a una serie di metodi per conciliare benefici economici e ambientali” chiarendo inoltre che “sono numerose le tecnologie ormai affermate che permettono di utilizzare minori quantitativi di acqua, nonché di riutilizzarla e di riciclarla” in cui anche “le acque reflue possono rappresentare una fonte sostenibile di energia”.
Anche all’agricoltura, principale motore socioeconomico per la crescita sostenibile, il sostentamento, il lavoro e lo sviluppo rurale su vasta scala, viene demandato il compito di individuare i mezzi e le strategie più efficienti per garantire la sicurezza alimentare che è intrinsecamente collegata alla gestione sostenibile delle risorse idriche. È necessario che gli Stati si concentrino su una governance responsabile in materia di diritto all’utilizzo dell’acqua, in modo tale che tutti gli utenti legittimi delle risorse idriche possano godere di un accesso sicuro e adeguato a tali risorse.
Questa la road map che viene tracciata nel Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche (UNWWDR) 2024 – “L’acqua per la prosperità e la pace”, presentato nel videomessaggio da Michela Miletto (Direttore UNESCO WWAP – World Water Assessment Programme) che ha dichiarato: “Il Rapporto descrive come lo sviluppo e il mantenimento di un futuro idrico sicuro ed equo sia alla base della prosperità e della pace per tutti e come povertà e disuguaglianza, tensioni sociali e conflitti possano amplificare l’insicurezza idrica. Il Documento richiama inoltre l’attenzione sulle relazioni complesse e interconnesse tra gestione sostenibile dell’acqua, prosperità e pace, descrivendo come il progresso in una dimensione può avere ripercussioni positive, spesso essenziali, sulle altre. L’acqua non sembrerebbe essere un frequente catalizzatore di conflitti; tuttavia, gli attacchi nei confronti di infrastrutture idrauliche civili, tra cui impianti di trattamento, sistemi di distribuzione e dighe, costituiscono una violazione del diritto internazionale e devono essere oggetto, in tutti i casi, di una severa condanna da parte della comunità internazionale”.
La traduzione ufficiale del UNWWDR2024, sostenuta da partner virtuosi, e frutto della collaborazione tra la Fondazione UniVerde e l’UNESCO WWAP si rinnova ormai dal 2018 ed ha notevolmente contribuito alla diffusione di una maggiore informazione e a un più alto grado di sensibilizzazione intorno al tema dell’acqua a tutti i livelli, permettendo all’Italia di elevarsi verso le prime posizioni al mondo per numero di download del Documento e di stimolare i necessari interventi di Istituzioni e imprese, a favore della tutela della risorsa idrica e per il conseguimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 6 dell’Agenda 2030.
Con il coordinamento di Gianni Todini (Direttore di Askanews), al panel “La gestione sostenibile delle risorse idriche” sono intervenuti:
Gilberto Pichetto Fratin (Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica): “In agricoltura siamo impegnati a vincere la sfida dell’efficienza nella gestione della preziosa risorsa idrica. Il riutilizzo delle acque reflue raffinate, l’uso di installazioni per la raccolta delle acque piovane, la costruzione di impianti per dissalare l’acqua di mare per uso industriale, rappresenteranno nel prossimo futuro il viatico per un modello virtuoso di economia circolare, in linea con le indicazioni europee ed esportabile in altri contesti produttivi”.
Luigi Giuseppe Decollanz (Commissario E.I.P.L.I. – Ente per lo sviluppo dell’Irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia): “Insieme al tema della siccità, che resta una priorità, va affrontato il tema della rifunzionalizzazione degli invasi ad oggi esistenti, e dell’aumento della capacità di raccolta. Oggi l’Italia raccoglie solo l’11% dell’acqua meteorica (Israele arriva al 90%). Dobbiamo avviare un piano di investimenti che ci consenta di arrivare entro il 2050 a raccogliere il 40%”.
Patty L’Abbate (Vicepresidente Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici, Camera dei Deputati): “L’acqua è sempre stata una risorsa importante da tutelare. Oggi, con il problema della siccità, effettuare un bilancio sulla risorsa acqua è necessario. Il cambiamento climatico e le attività antropiche pongono a dura prova l’approvvigionamento di acqua potabile per la comunità e la sua stessa qualità è posta spesso in pericolo. Per tutelare la risorsa, a mio avviso, deve essere applicato il principio di circolarità, calcolare gli utilizzi dell’acqua ed eliminare gli sprechi in ogni fase, dalla sua captazione alle fasi di potabilizzazione, allo stoccaggio, alle reti di distribuzione, per proseguire all’uso e infine all’eventuale riuso”.
Andrea Guerrini (Componente Collegio ARERA e Presidente WAREG – European Water Regulators): “In un periodo in cui la crisi idrica si impone come fenomeno strutturale e non più congiunturale, vanno individuate soluzioni anch’esse strutturali. L’introduzione di strumenti legati alla digitalizzazione, da una parte, e gli interventi sulle infrastrutture, dall’altra, consentiranno di ottimizzare la gestione della risorsa e la riduzione degli sprechi. Perché queste azioni siano efficaci è necessario il supporto degli investimenti, finanziati sia tramite tariffa sia con il ricorso a contributi pubblici. La regolazione si conferma come un elemento di stabilità che consente a questi investimenti di crescere e produrre gli effetti auspicati. Altrettanto importante che si continui a lavorare per disegnare un quadro normativo e regolatorio sempre più favorevole al riuso delle acque reflue in agricoltura, in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale”.
Al panel è inoltre intervenuto Maurizio Montalto (Presidente IISPA, Istituto italiano per lo sviluppo delle politiche ambientali), curatore della traduzione in italiano del WWDR2024.
Sei le best practice italiane per la corretta gestione delle risorse idriche presentate al convegno:
- Massimiliano Evangelista (Sales Strategic Lead Ambiente e Territorio, Almaviva, Gruppo italiano di innovazione digitale): “Il digitale è il più importante e attuale alleato per la mitigazione degli effetti della Water Scarsity legata ai cambiamenti climatici. Permette di realizzare sistemi di monitoraggio, previsione e gestione della risorsa acqua e dell’impatto sull’agricoltura, grazie a tecnologie d’avanguardia. Una gestione ottimizzata dell’acqua in agricoltura è oggi indispensabile, unita a una capacità previsionale dei fabbisogni combinata al meteo e allo stato del terreno per anticipare eventuale criticità, arrivando ad una precisione e granularità per singolo appezzamento agricolo”.
- Francesca Portincasa (Direttrice Generale, Acquedotto Pugliese): “In tempi di cambiamenti climatici e scarsità idrica, Acquedotto Pugliese punta con forza su risparmio e valorizzazione dell’acqua. Con un investimento pluriennale, pari a quasi due miliardi di euro, ha messo in campo un piano per il risanamento e l’ammodernamento delle reti in tutto il territorio gestito e lavora per adeguare il maggior numero di depuratori al rilascio di acqua per l’agricoltura: solo nel 2023, l’acqua riutilizzata è stata pari a 1,3 milioni di mc, il doppio rispetto all’anno precedente. Buone pratiche che Acquedotto Pugliese condivide a livello internazionale grazie alla scuola internazionale dell’acqua, un’iniziativa che s’inserisce in un’ampia progettualità, rivolta a rafforzare le condizioni perché l’acqua sia un bene a disposizione di tutti. Per il benessere e lo sviluppo dei popoli e per la pace, minata dai tanti conflitti per il possesso dell’oro blu”.
- Alessandro Durante (Segretario Generale AVR – ANIMA Confindustria): “In Italia un aspetto imprescindibile per chi si occupa di risorse idriche è certamente legato al Pnrr. È necessario che diventi un veicolo accessibile e sfruttabile per un significativo salto di qualità delle nostre infrastrutture idriche ed è per questo che, come Associazione dei produttori di Valvole e Rubinetti, abbiamo realizzato le ‘Linee Guida sulle valvole in ghisa e attuatori nella redazione di bandi Pnrr’. Uno strumento utile soprattutto per gli Uffici Tecnici dei Comuni e degli Enti dedicati alla gestione delle infrastrutture idriche che mette in evidenza i vantaggi di valutare il costo di un prodotto lungo il suo intero ciclo di vita anziché basarsi sul solo prezzo d’acquisto. Ciò a cui stiamo assistendo è un cambiamento epocale nello scenario italiano ed internazionale relativo all’acqua. Sempre più troviamo termini come efficienza, energia, digitalizzazione, economia circolare nelle occasioni di discussione sul futuro delle risorse idriche e del nostro pianeta. L’evoluzione del confronto è palpabile ed al contempo è necessario che coloro i quali hanno elementi tecnici da condividere si facciano avanti per offrire il proprio contributo di know how al fine di trovare soluzioni sostenibili per il miglior utilizzo dell’acqua”.
- Emanuele Giglio (Responsabile R&D, GMT): “L’acqua è una risorsa e, in quanto tale, va gestita nella maniera più efficiente possibile. GMT, ESCo che di progetti di efficienza energetica ne sviluppa da anni, ha voluto applicare questa grande esperienza ai processi di valutazione e creazione di progetti di efficientamento idrico. Un percorso per noi alquanto naturale che ci vede, già da qualche anno, al fianco della Fondazione UniVerde nell’individuazione di best practice per la gestione sostenibile delle risorse idriche quali, ad esempio, l’istituzione di ‘diagnosi idriche’ per i soggetti che consumano molta acqua, in modo da poter capire come viene effettivamente gestita la risorsa e creare strumenti specifici come i Certificati Blu (o Ambientali nell’accezione preferita in GMT), che possano stimolare l’adozione dei sistemi più innovativi di efficientamento idrico. Auspichiamo questo percorso di transizione senza inutile terrorismo preventivo. L’innovazione tecnologica, eventuali misure ed incentivi e tutto ciò che favorisce l’efficientamento idrico deve essere colta come opportunità, anche dai grandi utilizzatori di acqua, per ottimizzare, dove possibile, i loro processi e le loro produzioni”.
- Carmine Esposito (Consigliere delegato, EPM): “Confermiamo e rafforziamo il nostro impegno verso la promozione della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente. Riteniamo che l’acqua rappresenti una risorsa di valore universale che necessita di tutela, con la riduzione di ogni forma di spreco. Le calamità naturali che hanno colpito negli ultimi anni ci hanno reso ancora più consapevoli dell’urgente necessità di agire. Siamo convinti che il perseguimento del profitto debba avvenire con un approccio sostenibile, così come gli investimenti nel tessuto imprenditoriale. Tale convinzione non solo è guidata da principi etici, ma anche dalla conformità agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs)”.
- Adriano Maroni (Socio Innidea): “Tenuto conto che la risorsa idrica è la componente vitale del nostro ecosistema, l’impegno di tutti deve andare verso la salvaguardia assoluta. Le nuove tecnologie possono e devono svolgere un ruolo centrale e strategico verso una migliore gestione della risorsa e il contrasto agli sprechi”.
L’ultimo panel è stato aperto da Antonio Noto, Direttore di Noto Sondaggi, che ha presento i dati del XIV Rapporto “Gli italiani e l’agricoltura” secondo cui l’87% degli italiani ritiene che gli effetti del cambiamento climatico siano, per l’agricoltura, un problema urgente da affrontare.
Per l’81% degli italiani l’agricoltura multifunzionale è importante settore di sviluppo dell’economia italiana. Le attività agricole multifunzionali più apprezzate sono la vendita diretta dei prodotti (89%) e l’agriturismo con ristorazione e ospitalità per dormire (86%).
Gli italiani ribadiscono il loro no (68%) al consumo di carne, latte e prodotti sintetici (+5% rispetto al precedente Rapporto) e all’utilizzo di Ogm in agricoltura. Il 63% non è favorevole neanche al consumo di farine di grillo e altri alimenti contenenti insetti.
Una ulteriore conferma delle necessità di salvaguardia della nostra tradizione culinaria emerge dal giudizio sui piatti italiani all’estero. In occasione di viaggi in Europa o nel mondo, per turismo o lavoro, il 57% degli intervistati, trend lievemente in calo da qualche anno, afferma di aver trovato piatti, ricette o prodotti alimentari italiani taroccati o stravolti.
Un solido 83% ritiene necessaria una certificazione dei prodotti agroalimentari made in Italy all’estero che ne garantisca l’origine e il 62% ritiene che la candidatura “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale”, e la sua eventuale iscrizione al Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, favoriranno la difesa e la valorizzazione dell’agricoltura italiana.
Al panel “Agricoltura e climate change: le sfide dell’efficientamento idrico e dell’economia circolare e dell’acqua” sono intervenuti:
Francesco Lollobrigida (Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste), in un videomessaggio, ha dichiarato: “Valorizzare l’acqua, metterla al servizio di un’agricoltura sostenibile, ma anche immaginare nuovi metodi per il suo utilizzo consapevole, è fondamentale. Il Governo Meloni ha voluto creare una Cabina di regia guidata dal Commissario Nicola dell’Acqua per creare una sinergia tra i diversi ministeri, che non guardi solo alle contingenze ma affronti il problema in maniera pragmatica. La siccità è un fenomeno ciclico, l’acqua non è infinita. Il nostro impegno è preservarla con un confronto aperto che coinvolga tutti i player del settore, a cominciare, dalle associazioni agricole”.
Nicola Dell’Acqua (Commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica): “Servono infrastrutture per fare risparmiare acqua in agricoltura ed utilizzarla al meglio. Per migliorare la gestione dell’approvvigionamento idrico primario sono in arrivo le risorse del Piano Nazionale di Interventi infrastrutturali e per la Sicurezza nel Settore Idrico (PNISSI) oltre ai primi 100 milioni di euro immessi con la cabina di regia. L’obiettivo è aumentare la resilienza dei sistemi idrici al cambiamento climatico e per governare la crisi idrica dobbiamo puntare sugli osservatori di distretto”.
Francesco Vincenzi (Presidente di ANBI): “I dati del sondaggio presentato oggi testimoniano come disponibilità e gestione delle risorse idriche siano temi attorno ai quali è cresciuta una diffusa sensibilità, con cui il Piano Laghetti ed il Piano di Efficientamento della Rete Idraulica sono in evidente sintonia. Eppure, non è sufficiente a convincere i soggetti decisori ad attuare le necessarie scelte di programma. Auspichiamo che, a partire dalla prossima campagna elettorale europea, i temi legati al futuro delle risorse idriche diventino centrali nel confronto politico, così come già lo sono per un’ampia fetta di opinione pubblica”.
Sono inoltre intervenuti al panel: Alessandra Pesce (Direttrice del Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia del CREA); Maria Chiara Zaganelli (Direttore Generale ISMEA); Dominga Cotarella (Presidente di Terranostra).
Ulteriori dati dal XIV Rapporto “Gli italiani e l’agricoltura”
– Il 67% degli intervistati ritiene bassa l’attenzione riservata all’agricoltura da parte delle Istituzioni.
– Per il 76%, gli agricoltori per il loro lavoro guadagnano poco, soprattutto se considerato anche l’importante ruolo di tutela che svolgono rispetto all’ambiente, riconosciutogli dal 68% del campione. Tra gli effetti positivi più apprezzati c’è la manutenzione del territorio da frane e allagamenti (52%) e il contrasto alla cementificazione (52%, +7% rispetto alla precedente rilevazione) ma anche tenere viva la tradizione agricola, creando occupazione eco-friendly (36%, +7%).
– I prodotti agricoli italiani sono più saporiti (68%), più genuini (67%) e più controllati (66%) rispetto a quelli provenienti dagli altri Paesi.
– Sono ritenuti più sicuri i prodotti alimentari dei produttori/coltivatori (73%) e del mercato contadino rionale (69%, +5%).
– Il mercato contadino è scelto dal 64% degli intervistati come canale di acquisto prediletto per i prodotti agricoli, dei quali viene apprezzata la qualità alimentare.
– L’agriturismo si afferma come meta di soggiorno e ristorazione, motivata dal desiderio di contatto con la natura (59%) e per la gastronomia (49%).