di *Maria Giusto
L’intelligenza artificiale (IA) sta trasformando radicalmente il settore medico, aprendo nuove ed entusiasmanti frontiere nella ricerca farmacologica, nella diagnostica per immagini e nella gestione dei dati dei pazienti. Inoltre, migliora la precisione delle diagnosi e dei trattamenti, personalizzando le cure in base alle singole necessità dei pazienti. Dall’interpretazione avanzata di immagini diagnostiche alla robotica chirurgica, passando per il monitoraggio continuo dei pazienti e l’assistenza virtuale, le applicazioni dell’IA promettono di trasformare radicalmente la pratica medica, migliorando la qualità della vita e aumentando l’efficienza del sistema sanitario.
La dottoressa Maria Grazia Marisei, specialista in medicina legale, ci offre uno sguardo sulle straordinarie applicazioni dell’IA, che spaziano dalla ricerca di nuovi farmaci con avanzati screening ad alta capacità, alla diagnostica per immagini, fino alla gestione dettagliata dei dati clinici.
Il potere computazionale legato agli algoritmi dell’IA permette l’analisi di enormi quantità di dati in tempi record, rivoluzionando il modo in cui comprendiamo e trattiamo le malattie.Come afferma la dott.ssa Marisei, “Nella diagnostica per immagini, ad esempio, con l’avvento della radiomica, è possibile facilitare una diagnosi sulla base di algoritmi ‘allenati’ a leggere le immagini radiologiche.” Questo sta orientando una transizione verso una medicina di precisione, in cui i trattamenti possono essere personalizzati in base alle caratteristiche specifiche di ogni paziente.
“Si badi, però, si tratta di approcci integrativi e non sostitutivi dell’attività umana.” Dtt.ssa Maria Grazia Marisei
Tuttavia, è importante sottolineare, come chiarisce la dott.ssa Marisei, che l’IA non sostituisce completamente l’attività umana, ma rappresenta un approccio integrativo per migliorare la qualità delle cure.
Nonostante i numerosi vantaggi, l’uso dell’IA in campo medico solleva alcune sfide etiche e legali. La dott.ssa Marisei afferma che “Le principali sfide legate all’utilizzo dell’intelligenza artificiale riguardano l’incertezza sulla responsabilità per eventuali danni provocati al paziente, nonostante una proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla responsabilità da intelligenza artificiale.”
Inoltre, alcuni professionisti sanitari potrebbero essere riluttanti ad adottare queste tecnologie e c’è la necessità di bilanciare la tutela della privacy dei dati dei pazienti con il principio di solidarietà, fondamentale per il funzionamento degli algoritmi. Infine, sottolinea il problema dell’opacità algoritmica, ovvero la spiegabilità solo parziale del funzionamento degli strumenti IA. In altre parole, nonostante l’IA possa fornire risultati accurati o utili, a volte non è chiaro il processo esatto attraverso cui ha elaborato quelle informazioni.
La dott.ssa Marisei, in qualità di medico legale, evidenzia che le applicazioni dell’IA stanno dando grande impulso alla ricerca nel suo settore, in particolare nelle scienze forensi. “Pensiamo agli algoritmi per l’identificazione personale o ai risvolti in genetica forense,” afferma. Inoltre, la medicina legale si occupa anche del riverbero dell’utilizzo degli strumenti di IA nei percorsi di cura, analizzando gli eventuali profili di responsabilità professionale sanitaria, il rapporto medico-paziente e le evoluzioni dovute al massivo ingresso degli ausili tecnologici.
Nonostante l’importanza crescente della tecnologia, la dott.ssa Marisei sottolinea l’importanza di coltivare e recuperare le competenze comunicative, in modo che il paziente si senta parte di un percorso di cura affinato e perfezionato dalla tecnologia, ma mai privo della componente di ascolto, contatto e dialogo che fa della medicina l’arte (e non solo scienza) della cura. “Il potere subentrante della tecnologia impedisce, di fatto, che rimanga ancora qualcuno che non abbia competenze informatiche di base. Forse, a mio modesto avviso, le competenze da coltivare e, talvolta, recuperare, sono quelle comunicative, in modo che il paziente si senta di un percorso di cura affinato e perfezionato dalla tecnologia, ma mai privo della componente di ascolto, contatto e dialogo che fa della Medicina l’arte (e non solo scienza) della cura.”
Secondo la dott.ssa Marisei, “Gli ambiti più promettenti siano lo sviluppo e la progettazione di nuovi farmaci, così come la messa a punto di algoritmi per la diagnostica, di cui la ricerca in ambito oncologico e, conseguentemente, la terapia si avvantaggeranno.” Inoltre, una gestione integrata, più fluida e puntuale dei dati dei pazienti, unitamente al supporto della telemedicina, costituirà il vero spartiacque nel modo di intendere la cura.
In conclusione, l’intelligenza artificiale è una forza trasformativa nel settore medico, apportando innovazione senza precedenti nella ricerca, nella diagnosi e nella gestione dei dati. Tuttavia, la sua adozione richiede una gestione attenta delle sfide etiche e legali per garantire la protezione dei pazienti e la giustizia sociale. Mantenere un equilibrio tra tecnologia avanzata e l’empatia umana nel curare i pazienti è cruciale per un futuro in cui l’IA migliora, ma non sostituisce, l’arte e la scienza della medicina.
In foto, da destra: la copertina del libro “Oltre l’orizzonte: esplorando le frontiere dell’Intelligenza artificiale” scritto da Maria Giusto (foto a sinistra)
*Maria Giusto, 32 anni, nata e cresciuta a Napoli, è una ghostwriter con una solida esperienza nella redazione di saggi e corsi di formazione. Coautrice del libro “Oltre l’orizzonte: Esplorando le Frontiere dell’Intelligenza Artificiale”, scritto insieme a Bruno Gadola, che esplora temi complessi con chiarezza e profondità. Maria ha anche diversi progetti in fase di sviluppo, tra cui un libro che spiega l’architettura ai bambini.
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